A distanza di 20 anni dalla sua prima comparsa, oggi il Reverse Balayage viene incoronato colore della primavera 2020. Vediamo in che cosa consiste e a chi dona di più questa nuova tendenza, capace di spodestare l’intramontabile shatush.
Il Reverse Balayage deve il suo nome a colei che per prima provò ad andare controcorrente. Proprio mentre tutti erano sommersi di richieste di shatush, nel 2018 Deryn Daniels propose alle clienti del suo salone in Colorado di procedere al contrario, se così si può dire.
L’idea non era nuova. Già nel 2000 alcune pop star avevano provato a lanciare questa moda. Ma si sa: non basta avere l’idea giusta, è importante anche indovinare il momento. Ecco allora che nel periodo in cui ci troviamo, in cui anche noi abbiamo dovuto cambiare la prospettiva con cui guardiamo le cose, il Reverse Balayage si è trovato la strada da spianata.
Vediamo allora di cosa si tratta e come adattarlo ai look naturali e a quelli più originali.
Che cos’è il Reverse Balayage
Tecnicamente si tratta di uno shatush alto o al contrario. Di conseguenza, per ottenerlo bisognerà partire da delle radici chiare che si scuriscono via via che ci si avvicina verso le punte. Otticamente l’effetto potrebbe farvi storcere il naso, ma basterà lasciar passare qualche giorno per permettere a voi e a chi vi sta intorno di abituarsi.
Il vantaggio che otterrete, poi, sarà duplice. Se da una parte il vostro viso apparirà subito più luminoso, dall’altra le vostre lunghezze sembreranno più folte, grazie all’utilizzo dei toni più scuri. In più, stiamo parlando di una colorazione molto facile da mantenere (a meno che non scegliate versioni molto originali), grazie a shampoo e balsami per i capelli colorati.
Quello che è davvero importante è avere chiaro subito il risultato che si vuole ottenere. In questo modo, sarà più facile per il vostro parrucchiere aiutarvi a definire le gradazioni intermedie e realizzare un Reverse Balayage armonico.